A Castel d'Azzano, in provincia di Verona, è avvenuta una tragica esplosione durante lo sgombero di un casolare abitato da tre fratelli, Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi. Le forze dell'ordine erano intervenute per eseguire lo sgombero quando la donna all'interno del casolare ha acceso una bombola di gas con un accendino, innescando una deflagrazione che ha causato il crollo dell'edificio. Nell'esplosione sono morti tre carabinieri—Marco Piffari, Davide Bernardello e Valerio Daprà—e sono rimasti feriti 16 tra militari e agenti di polizia. Il casolare, saturato di gas e dotato di numerose bombole e anche di alcune molotov, è esploso all'apertura della porta d'ingresso. I tre fratelli sono stati arrestati e accusati di omicidio premeditato e si sta valutando il reato di strage. La vicenda è legata a una disputa giudiziaria per sfratto: i Ramponi sostenevano di essere stati ingannati riguardo a un mutuo e opponevano resistenza allo sgombero. Il governo ha dichiarato il lutto nazionale e ha disposto funerali di Stato per i militari caduti. La dinamica dell'esplosione è considerata un gesto di estrema disperazione e follia per contrastare lo sgombero, segnando un evento drammatico che ha colpito profondamente l'intera comunità.