La separazione delle carriere riguarda l’idea di distinguere formalmente due percorsi all’interno della magistratura: giudice e pubblico ministero (PM), con conseguenti concorsi, percorsi di formazione e percorsi disciplinari separati. Ecco cosa cambia e perché è al centro del dibattito in Italia.
Cosa significa separazione delle carriere
- Si crea una doppia strada professionale: una per i giudici (funzione giudicante) e una per i PM (funzione requirente). Una volta scelta una strada, l’aspirante magistrato resta su quella via per tutta la carriera.
- Il passaggio tra le due carriere non sarebbe più consentito (o sarebbe fortemente limitato), eliminando la possibilità di transitare dall’una all’altra durante la carriera.
- Vengono istituiti due concorsi distinti all’ingresso: uno per la carriera giudicante e uno per la carriera requirente, con organi di governo separati per ciascuna funzione.
Perché si discute di questa riforma
- Obiettivo dichiarato: aumentare la terzietà e l’imparzialità del giudice, stabilire ruoli più chiari, e ridurre conflitti di interesse potenziali tra funzioni diverse all’interno della magistratura.
- Dibattito giuridico: alcuni esperti ritengono che la separazione possa rafforzare l’indipendenza del giudice, mentre altri temono che possa ridurre la flessibilità, creare frammentazione organica e complicare i processi di carriera.
- Impatti pratici: potrebbero cambiare meccanismi di nomina, assegnazioni, percorsi disciplinari e la gestione del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), con potenziali effetti su reclutamento, formazione e mobilità interna.
Possibili effetti positivi
- Maggiore terzietà del giudice, poiché la funzione giudicante sarebbe distinta dall’indagine e dall’azione penale.
- Maggiore chiarezza di ruoli nella magistratura e nell’amministrazione della giustizia.
- Riduzione di situazioni in cui i magistrati passano tra ruoli diverse, potenzialmente riducendo conflitti di interesse.
Possibili effetti negativi o criticità
- Rischio di frammentazione del corpo della magistratura e aumento della rigidità nelle carriere.
- Difficoltà di mobilità interna e perdita di esperienza trasversale tra indagine e giudizio.
- Costi di riforma, adeguamento normativo e gestione delle procedure concorsuali separate.
- Questioni costituzionali e pratiche di implementazione: come si garantisce l’effettiva indipendenza e come si disciplinano i passaggi eventuali o i contenziosi.
Contesto recente
- Il tema ha guadagnato rilievo con proposte legislative e interventi pubblici nei vari contesti politici e giuridici. Le versioni della riforma hanno previsto modifiche costituzionali e leggi ordinarie per definire competenze, percorsi, e procedure di elezione e disciplinari.
Se vuoi, posso:
- spiegare in modo più tecnico gli aspetti costituzionali coinvolti (articolo 104 Costituzione e sue interpretazioni);
- riassumere posizioni dei principali attori (magistratura, avvocatura, politica, organizzazioni civiche);
- confrontare la situazione italiana con modelli di separazione delle carriere in altri paesi.
